Non è un gioco di parole ma un percorso, una camminata di diciotto chilometri che ogni anno in occasione della festa della Liberazione tante persone ripercorrono. Lungo il corso del fiume Senio, in Bassa Romagna, toccando le tappe di una storia che ha segnato intensamente le nostre terre
di Antonella Bezzi, Spi-Cgil Ravenna
Il Senio nasce sulle colline toscane del Monte Carzolano, in provincia di Firenze. Scorre per 92 km prima di confluire nel fiume Reno, attraversando dieci diversi comuni. Sarebbe un torrente per le sue dimensioni, ma tutti preferiscono chiamarlo fiume Senio per l’importanza degli eventi verificatisi nel corso dei secoli.
Lungo questi argini la storia conta almeno sette conflitti: a volte furono semplici contese per guadagnare confini più vantaggiosi, come quelle medioevali del 1275 tra i Guelfi bolognesi e i Ghibellini forlivesi, altre volte si scontrarono qui due opposte visioni del mondo. Accadde cosi nel 1797, quando i soldati di Napoleone sconfissero le truppe papaline impadronendosi delle Legazioni romagnole e accadde ancora nell’inverno 1944-1945.
Negli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale, il fiume Senio, assunse un’importanza strategica e decisiva. Soldati dell’VIII Armata britannica, Gruppi di combattimento italiani e partigiani da una parte, tedeschi e collaborazionisti dall’altra, diedero vita all’ultima battaglia di primavera tra il 9 e l’11 aprile 1945. I 1640 bombardieri B24 delle forze alleate, solo nella giornata del 9 aprile, sganciarono 2.000 tonnellate di bombe a frammentazione tra Cotignola e Alfonsine. Dopo alcune settimane, la guerra in Italia era conclusa.
Dal 2004 ogni anno festeggiamo il 25 aprile, giorno della Liberazione nazionale, con una lunga camminata, di 18 km, che ci porta a ricordare i luoghi e le storie del tempo di guerra. Sei tappe lungo il fiume della Bassa Romagna con spettacoli e narrazioni.
Ogni anno la seconda tappa è al cippo dei Martiri del Senio, dove viene rievocato l’eccidio dei sette giovani antifascisti, dai 17 ai 23 anni. Torturati selvaggiamente, uccisi lungo la golena e abbandonati all’acqua del fiume, tre di loro non sono mai stati ritrovati. La terza tappa è a Borgo Pignatta. Le case di questo piccolo borgo nella notte del 23 dicembre 1944 furono minate dai tedeschi e poi fatte esplodere. Morirono 32 persone, tutti civili. Giuseppe, il più anziano di 86 anni e Celsa, la più piccola, di 3 mesi.
Il progetto “Nel Senio della memoria”, ogni anno si arricchisce di nuove proposte dedicate alla solidarietà, alla pace, alla memoria, alla gentilezza, all’umanità, è un lungo serpentone, colorato e variegato, di persone, che si snoda sugli argini del fiume. Parte da Cotignola, riconosciuto “Paese Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem (l’Ente nazionale israeliano per la Memoria della Shoah), per arrivare ad Alfonsine, ultimo comune sul Senio.
Lungo il tragitto ci sono molte tappe, musicali e commemorative, incontri con i Sindaci e le delegazioni Comunali per la celebrazione dei caduti per la Libertà.
Un intreccio di donne e uomini, che insieme, gioiosamente, ripercorrono quegli argini, fronte di guerra per molti mesi, poi finalmente luogo di pace.